24/09/16 Mostre

All’ombra della Piramide

All’ombra della Piramide. I 300 anni del Cimitero Acattolico di Roma

di Marco Boni

Dal 1716 stranieri non cattolici in Italia hanno trovato posto accanto alla Piramide Cestia, nel Cimitero Acattolico che ancora oggi è luogo di culto e di visita culturale. Molti di essi erano noti letterati e artisti che risiedevano in città, altri erano visitatori occasionali, altri ancora si trovavano in Italia per ammirarne le bellezze.

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Da Gazzetta dell’Antiquariato – set 2016. Clicca sull’immagine sotto per vedere l’articolo nel formato cartaceo

All'ombra della Piramide
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04/09/16 Mostre

Ai piedi della Piramide

Per i 300 anni del Cimitero acattolico di Roma, alla Casa di Goethe sono esposte le opere degli artisti che lo hanno raffigurato

di Paola Biondi

“Il cimitero più solenne che abbia mai visto”, disse il poeta Percy Bysshe Shelley di questo suggestivo spazio romano, di fronte alla Piramide Cestia del Testaccio, che fin dagli anni del Grand Tour ha accolto le spoglie degli stranieri non cattolici. Vi riposano lo stesso Shelley, John Keats, Gregory Corso, il più giovane dei poeti della Beat Generation, il pittore russo Karl Brjullov e August, il figlio di Goethe. Fra gli illustri italiani, Antonio Gramsci, Carlo Emilio Gadda e il fisico Bruno Pontecorvo.

Con una mostra alla Casa di Goethe, il Cimitero acattolico, che affascinò anche Gabriele D’Annunzio, celebra i suoi 300 anni attraverso le opere in cui è rappresentato.

Documentazione rara

Il progetto, a cura di Nicholas Stanley-Price è sotto il patrocinio di quindici ambasciate, riunisce oltre quaranti fra dipinti, disegni e opere di grafica di autori europei e americani, provenienti da musei e collezioni private.

Ettore Roesler Franz (1845-1907) tratteggia l’intensità del luogo fra alberi e cielo, mentre Jakob Philipp Hackert (1737-1807) ne evoca la serenità addirittura con una scena campestre. Vedute e particolari sono anche immortalati da grande artisti come J.M.W. Turner, Jacques Sablet, Walter Crane e Edvard Munch.

Dove & quando

“Ai piedi della Piramide. Il cimitero per gli stranieri a Roma. 300 anni”, Roma, Casa di Goethe. Info: tel. 06-32650412, www.casadigoethe.it. Dal 23 settembre al 13 novembre.

da Antiquariato, edizione set 2016. Clicca sull’immagine per leggere l’articolo in versione integrale.

Ai piedi della Piramide
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03/09/16 Mostre

All’ombra della Piramide: il Cimitero acattolico e l’arte

Dal 22 settembre esposti documenti e opere sui 300 anni del camposanto a Testaccio. In mostra dipinti di Hackert, Turner, Munch Pinelli, Roesler Franz, Sablet e Corrodi

di Pietro Lanzara

Nell’ottobre 1716 un medico di Edimburgo, William Arthur, morì di dissenteria a Roma per un’indigestione di fichi. Aveva seguito in esilio Giacomo III Stuart e la sua corte. Era protestante e non poteva essere sepolto in chiesa o in terra consacrata. Gli amici ottennero da Clemente XI, su intercessione del cardinale Filippo Antonio Gualterio, di inumarlo in un pratone derelitto accanto alla Piramide di Caio Cestio.

La prima lapide nel 1738
Dal 1723 al 1726 furono portati a Testaccio un lord scozzese e un turista inglese stroncato dalla malaria durante il Grand Tour. La prima lapide, nel 1738, fu per uno studente di Oxford caduto da cavallo. La mostra «Ai piedi della Piramide: i 300 anni del Cimitero per gli stranieri a Roma» sarà allestita dal 22 settembre al 13 novembre, con il patrocinio di 15 ambasciate, alla Casa di Goethe in via del Corso. Nel Cimitero riposa il figlio del grande poeta tedesco, August von Goethe, morto quarantenne forse di alcolismo: «Da Weimar», anticipa il curatore della mostra Nicholas Stanley-Price, «arriverà un’opera dello svizzero Rudolph Müller che raffigura la sua tomba, Avremo 43 opere da musei e collezioni private europee e statunitensi, molte rare e alcune inedite: Hackert e Turner, i romani Pinelli e Roesler Franz, gli svizzeri Jacques Sablet e Salomon Corrodi, vedutista che fu molto apprezzato dallo zar e ora è sepolto a Testaccio.

Da Piranesi a Thorvaldsen, la tomba di Shelley vista da William Bell Scott
Piranesi progettò la mutila colonna tombale di un caro amico, il baronetto James MacDonald. Un disegno dello scultore Bertel Thorvaldsen è venuto alla luce recentemente. La tomba di Shelley è illustrata dal preraffaellita William Bell Scott, il sepolcro di Keats da Walter Crane in un acquerello dell’Ashmolean Museum di Oxford. Edvard Munch visitò il cimitero nel 1927 e di ritorno in patria confessò a un giornalista di avere terminato a Roma molti disegni ma un solo dipinto, che sarà inviato da Oslo: la tomba dello zio Peter Andreas, storico del Medio Evo e archeologo». Memorie e documenti ricorderanno Gadda e Gramsci, «morto disadorno» nella poesia che Pasolini ha dedicato alle sue ceneri. Il poeta romantico Waiblinger, amico di Hoelderlin, e il poeta beat Gregory Corso. I pittori Hans von Marées e Enrico Coleman. Dalla Russia la figlia e la nipote di Tolstoj e il fisico Bruno Pontecorvo, deceduto in Unione Sovietica. L’afroamericana antischiavista Sarah Parker Remond e Ursula Hirschmann moglie di Altiero Spinelli. La stilista Irene Galitzine, l’attrice Belinda Lee e la bellissima Rosa Bathurst che tutta Roma pianse quando nel 1824 annegò sedicenne nel Tevere.

Per gli scrittori: «più bello e meno triste del mondo»
Dal marchese de Sade ad Axel Munthe, gli scrittori hanno raccontato il Cimitero «più bello e meno triste del mondo». Nel «Piacere» D’Annunzio vi conduce Andrea Sperelli e Maria Ferres. Henry James amava passeggiarvi: «Una mescolanza di lacrime e sorrisi, pietre e fiori, cipressi in lutto e cielo luminoso, che dà l’impressione di volgere uno sguardo alla morte dal lato più felice della tomba». Ora nei viali sono tumulate tre persone molto vicine al suo cuore: l’artista William Wetmore Story, interrato con la moglie sotto una statua che è opera sua, l’Angelo del Dolore; la romanziera Constance Fenimore Woolson, morta suicida dal balcone di un palazzo di Venezia; lo scultore norvegese Hendrik Christian Andersen, l’«amato ragazzo» conosciuto nell’estate 1899 e al quale lo scrittore americano rimase legato da un rapporto ancora controverso.

Funerali notturni
«Un tempo», riprende Stanley-Price, «era proibito seppellire i non cattolici alla luce del sole. Presenteremo per la prima volta insieme tre scene di funerali notturni: i carri con i valletti, le nuvole di fumo dalle torce, le donne e i bambini in abiti da lutto. Di queste vedute se ne conoscevano finora cinque in tutto il mondo, ma durante i preparativi della mostra un collezionista romano ce ne ha mostrata una sesta. Sorprendentemente è anche la più antica, pubblicata nel 1767 a Londra».
Da Corriere.it – http://roma.corriere.it/notizie/cultura_e_spettacoli/16_settembre_01/all-ombra-piramide-cimitero-acattolico-l-arte-f84f0e28-7065-11e6-acff-0ba0a2f56bad.shtml

Il Cimitero acattolico alla Piramide‏
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