23/03/21 Media

Ettore Roesler Franz, dell’arte di insegnare l’Arte

Ci sono storie celate che meriterebbero di essere scoperte o riscoperte perché in grado di trasformare una vicenda privata in un esempio collettivo. Da sempre il rapporto tra maestro e allievo ha suscitato riflessioni attente sul senso, intimo e pubblico, della trasmissione del sapere e al tempo stesso sulla vita. Una vita che, come si vedrà, anche spezzata ha avuto il tempo di dare i suoi frutti al pari di un albero giovane con radici forti nonostante la breve presenza nel giardino terreno.

Una significativa fotografia, che risale al 1902, raffigura questo momento dell’insegnare con un approccio rassicurante e con un gesto affettuoso di un passaggio all’interno di un paesaggio, lo stesso che sarà poi dipinto su una tela capace di raccontare tutta l’emozione e le suggestioni di un felice apprendimento. Siamo a Tivoli a Villa d’Este mentre Ettore Roesler Franz, pittore affermato e apprezzato, sostiene il suo unico allievo Adolfo Scalpelli per avviarlo all’arte pittorica con una lezione sulle principali tecniche per realizzare un acquerello all’interno di un giardino meraviglioso dalle mille ispirazioni. Alla sera della sua vita questo maestro così speciale (la sua “Roma sparita” ‒ collezione unica di una Roma pittoresca ‒ è un insieme di mirabili capolavori di memorie dello scorrere del tempo) scriveva al giovanissimo Scalpelli impegnato nell’altra stupefacente villa tiburtina: «ho piacere che vai a lavorare a Villa Adriana. C’è tanto da lavorare in quella località che se ti riesce di interpretare il sentimento di quelle rovine meravigliose avrai di che dipingere per molti anni…». Riuscire a interpretare il sentimento di rovine meravigliose contiene tutta l’essenza di una affermazione che, per un giovane dalle concrete speranze, ebbe la connotazione di una strada maestra per raccogliere tutta la bellezza possibile nello spazio di una tela. Ma quella strada non sarà stata così facile e costituirà per l’allievo una continua sfida soprattutto per non deludere il maestro che, in tempi brevi, avrebbe lasciato il suo indelebile ricordo negli occhi grati e commossi anche perché la saggezza di Franz era contenuta in consigli come questo:

«Per riuscire nella vita occorre saper pazientare, prendersi i fastidi, disfare e rifare, ricominciare e continuare senza che il moto della collera o lo slancio della immaginazione vengano ad arrestare o a sviare lo sforzo quotidiano»​.

[…] Continua su Treccani.it

no responses