10/04/22 Media

Intervista scrittore Francesco Roesler Franz per “All’ombra della Piramide”

1) Dovendo riassumere in poche righe il senso del tuo libro “All’ombra della piramide di Caio Cestio Epulone” cosa diresti?

È un thriller internazionale ricco di riferimenti di storia, storia dell’arte e esoterismo, che si potrebbe considerare come il seguito del Codice da Vinci di Dan Brown, come è, d’altronde, evidente dal sottotitolo: “Cosa unisce il Cenacolo di Leonardo da Vinci ai quadri di Roma Sparita di Ettore Roesler Franz”.

2) Qual è stata l’idea di base che ti ha portato a scrivere questo romanzo che fonde l’amore per l’arte alla spy story?

Questo libro nasce dopo le ricerche che ho portato avanti negli ultimi cinque anni, in cui ho scritto due saggi storici uno sulla mia famiglia e un altro sul significato esoterico nascosto nei quadri di Roma Sparita.
In questi due saggi ho riscritto la storia della mia famiglia che è venuta a Roma da Praga nel 1747 e ho scoperto il significato esoterico nascosto nei quadri di Roma Sparita.

I due saggi (che hanno complessivamente una lunghezza di 450 pagine) però, per la loro complessità, sono destinati a studiosi ed esperti di storia e di arte, mentre questo libro è destinato per un pubblico più ampio di lettori.

Il testo è arricchito con numerose fotografie per rendere sia più chiare ed evidenti le mie tesi che per facilitare la lettura.

3) Cosa vorresti che i lettori riuscissero a cogliere di questo romanzo?

Ci sono due messaggi fondamentali:
Il primo è naturalmente collegato ai quadri di Roma Sparita che rendono mio prozio Ettore Roesler Franz come uno dei più importanti pittori simbolisti dell’Ottocento a livello mondiale.

Il secondo è collegato alle vicende di Bob, protagonista del libro, che mentre sta cercando la verità sulla vita di Ettore Roesler Franz e sul significato esoterico nascosto nei quadri di Roma Sparita, contemporaneamente compie un suo percorso di rinascita spirituale in un momento di profonda crisi interiore. Come la fenice, che rinasce dalle ceneri, così Bob rinasce a una nuova vita, intuendo di essere guidato da un’entità superiore, a cui è assimilabile la predestinazione.

In un certo senso le vicende di Bob sono simili per alcuni aspetti alla mia rinascita personale di questi anni.

4) C’è qualcosa che lo scrittore Francesco Franz Roesler avrebbe voluto aggiungere al libro, quando lo ha letto dopo la pubblicazione?

No, non avrei voluto aggiungere nient’altro.

5) Se dovessi utilizzare tre aggettivi per definire “All’ombra della piramide di Caio Cestio Epulone”, quali useresti?

Misterioso, parapsicologico e poliziesco.

6) Qual è stato il tuo primo pensiero quando hai finito di scrivere questa storia?

Scrivere questo libro mi ha molto divertito, è stato un vero divertissment, perché ho fuso in una storia di fantasia le vicende dei protagonisti e coprotagonisti, cioè quelle di Bob, Sarah e il professore Giovanni Battista Light, mescolandole con storia, storia dell’arte ed esoterismo.

Alla maggior parte dei lettori questo libro è piaciuto, si sono infatti molto divertiti a leggerlo e mi hanno fatto i complimenti.

7) Perché credi che si debba leggere il tuo romanzo?

Perché si capisce che esiste un filo che unisce alcuni dei più importanti artisti della storia dell’arte mondiale, in particolare i grandi pittori del Rinascimento agli artisti di oggi e pertanto si intuisce che nell’arte nulla è stato causale negli ultimi seicento anni.

8) Qual è l’amore più grande di Francesco Franz Roesler se dovesse scegliere tra l’arte e la scrittura?

In questo momento è il cinema.

Terminata la pubblicazione di questo libro ho iniziato, da circa un mese, un corso online di sceneggiatura cinematografica poiché il mio sogno è quello di trarre da questa spy story un film o una serie televisiva con una produzione cinematografica americana.

9) C’è qualcosa della storia della famiglia Roesler Franz di cui non hai raccontato, ma che adesso ti piacerebbe dirci?

Un paio di settimane fa ho intuito altre novità, tra cui una che lega la mia famiglia (tramite parenti acquisiti) a un importante personaggio dell’Ottocento nato a Livorno, che ha vissuto molto tempo nel Medio Oriente, a Londra e negli Stati Uniti di America e che è stato un caro amico del generale Giuseppe Garibaldi.

Per il momento, però, non aggiungo altro in quanto a ottobre 2024 pubblicherò la saga dei Roesler Franz dal 1700 al 1946, anno in cui si sono sposati i miei genitori.

10) Hai uno scrittore di riferimento da cui ti senti ispirato o da cui hai tratto ispirazione per la scrittura di questo libro?

Per questa spy story storica esoterica mi sono ispirato a tanti scrittori da Marco Buticchi a Tom Clancy, da Umberto Eco a Ken Follet, però su tutti in assoluto svetta, ovviamente, Dan Brown.

Intervista scrittore Francesco Roesler Franz

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26/03/22 Media

Intervista scrittore Francesco Roesler Franz per “Roma Esoterica”

La redazione del sito Recensione Libro.it intervista lo scrittore Francesco Roesler Franz autore del libro “Roma Esoterica”

1) Dovendo riassumere in poche righe il senso del tuo libro “Roma Esoterica” cosa diresti?

Considero questo libro come il mio contributo per spiegare quanto sia importante la serie di Roma Sparita formata da 120 acquerelli dipinti da mio prozio Ettore Roesler Franz.

Ho scoperto, infatti, nel corso delle mie ricerche che in questa serie di quadri esistono più livelli di lettura.

Naturalmente il primo livello e’ rappresentato da quello che è ritratto nel dipinto, cioè quello che appare e che è evidente a tutti mentre il secondo livello è rappresentato dal cambiamento del tessuto urbanistico tra quando è stato dipinto a fine Ottocento, e l’assetto del territorio attuale di Roma.

Mentre il terzo livello è rappresentato da tutto quello che è nascosto all’interno dei quadri, che ho intuito dopo una lunga analisi di ogni singolo quadro, che mi ha permesso di coglierne il significato esoterico.

2) Da dove nasce l’idea che ti ha spinto a raccontare della tua famiglia, dell’arte e di una Roma inedita ?

Ho voluto raccontare la storia di mio prozio Ettore perché ritengo che i musei del comune di Roma lo considerino un pittore di basso livello.

Fino a una ventina di anni fa la serie di Roma Sparita era esposta al museo di Roma a palazzo Braschi a piazza Navona.

Poi improvvisamente i direttori dei musei hanno deciso di spostare la collezione in un museo secondario a Trastevere, dove i quadri esposti sono pochissimi mentre la maggior parte dei quadri sono scorniciati e tenuti dentro dei cassetti.

Quindi ho deciso insieme con mio fratello Pierluigi di portare avanti un progetto di rilancio della figura di mio prozio Ettore, in cui tra le varie iniziative abbiamo realizzato un sito e istituito dei premi annuali intitolati alla sua memoria.

In questi anni ho scritto, iniziando sei anni fa, una biografia romanzata sulla sua vita.

Successivamente andando avanti nelle mie ricerche ho scritto due saggi storici, di cui uno sulla mia famiglia ( in cui sono risalito fino alla Boemia e a Praga del settecento ) e questo, per cui sono intervistato, intitolato Roma Esoterica sul significato esoterico nascosto nei suoi quadri.

Penso che mio prozio Ettore dovrebbe essere considerato come uno dei più importanti pittori simbolisti a livello mondiale.

3) Cosa vorresti che i lettori riuscissero a comprendere leggendo le tue parole? Quale segno vorresti lasciare in loro ?

Spesso i grandi artisti nel corso della storia hanno dovuto utilizzare simboli o messaggi nascosti all’interno dei loro quadri perché il potere ha sempre esercitato una forma di censura e quindi certi temi non si potevano trattare in maniera chiara e trasparente, in sostanza hanno dovuto utilizzare messaggi criptati.

Anche Michelangelo ha utilizzato per gli affreschi della cappella Sistina un messaggio criptato ispirato alla kabbala ebraica.

Mentre pittori come Leonardo Da Vinci, Nicholas Poussin e anche mio prozio Ettore erano a conoscenza della storia di amore di Gesù con la Maddalena e che ancora oggi nel 2022, per quanto incredibile, rappresenta un argomento tabù, pericoloso da trattare.

Il segno, pertanto, che vorrei lasciare nei miei lettori di questo libro è quello di osservare i quadri di mio prozio Ettore e in generale i quadri di grandi maestri, in maniera meno superficiale, più profonda per cogliere e apprezzare i messaggi nascosti.

4) C’è qualcosa che avresti voluto aggiungere al libro, quando lo hai letto dopo la pubblicazione?

No, non desidero aggiungere nient’altro a quanto già scritto.

Penso che questo libro sia da intendere come un rompighiaccio, nel senso che con le mie intuizioni ( prima ) e con le mie analisi ( dopo ) ho rotto qualcosa di consolidato e ho aperto la via per una nuova più profonda interpretazione dei quadri di Roma Sparita.

Naturalmente sono conscio che il mio lavoro è solo un inizio e mi auguro che quanto da me iniziato sia portato avanti e approfondito da storici dell’arte e da ricercatori delle facoltà universitarie di arte.

Spero che il mio lavoro sia approfondito da persone più qualificate di me in queste materie.

5) Se dovessi utilizzare tre aggettivi per definire “Roma Esoterica”, quali useresti ?

Affascinante, interessante e intrigante.

6) Cosa hai pensato quando hai messo il punto a questa storia?

Terminato di scrivere il libro ho pensato di aver realizzato la quadratura del cerchio tra il contesto in cui è vissuto mio prozio Ettore e la sua produzione artistica.

Non si sapeva quasi niente del suo contesto di vita, ad esempio che lavorando al consolato inglese di Roma aiutava in carbonari, pertanto apprendendo questo, così come scoprendo che i suoi bisnonni erano venuti a Roma nel 1747 per scappare dalle persecuzioni contro gli ebrei ( sua bisnonna era ebrea ), era del tutto naturale scoprire, ad esempio nei suoi quadri che ritraggono il Ghetto di Roma, certi messaggi esoterici.

In sintesi nella vita di mio prozio Ettore e nei suoi quadri nulla è mai casuale e che dietro c’è una logica, che tiene unito il tutto.

7) Perché credi si debba leggere il tuo saggio?

Il motivo per cui consiglio di leggere questo libro perché vedendo i quadri di mio prozio Ettore e leggendo il mio libro si viene a conoscere anche la vera storia di Roma e del potere temporale dello Stato Pontificio, che ha causato lutti e crudeltà, di cui ancora oggi, almeno a Roma, si ha timore di ricordare.

Basta solo pensare che gli ebrei chiusi nel Ghetto erano trattati peggio delle bestie.

Purtroppo, si parla solo della Shoah, come se nessuno volesse più ricordare le persecuzioni subite dagli ebrei per centinaia di anni nei secoli precedenti.

8) Hai nuovi progetti? Stai scrivendo un nuovo libro? Puoi anticiparci qualcosa ?

Ho in mente di pubblicare a ottobre 2024 un nuovo libro intitolato “La saga dei Roesler Franz” che narra la storia della mia famiglia in forma romanzata tra il 1700 in Boemia e a Praga e il 1946, anno in cui si sono sposati i miei genitori sopravvissuti a una guerra terribile, come lo è stata la seconda guerra mondiale, che ha comportato lutti e dolori in tutte le famiglie italiane.

9) Qual è il romanzo che hai letto e ti ha più colpito emotivamente in quest’ultimo anno ?

In questi ultimi anni per scrivere i miei libri sono stato costretto a leggere per ricerche e approfondimenti circa 500 saggi in gran parte di storia, storia dell’arte e esoterismo motivo per cui, purtroppo, ho letto pochissima narrativa.

Ho letto alcuni alcuni libri di Marco Buticchi tra cui L’ombra di Iside. Buticchi mi piace molto come scrive perché riesce a unire storia, storia dell’arte, esoterismo riuscendo a mescolare tutto insieme in maniera piacevole.

10) Quale libro non consiglieresti mai a nessuno?

Non ho la presunzione di consigliare alle persone di non leggere un libro.

Gli interessi delle persone sono così differenti che penso che ogni libro possa essere amato o apprezzato da qualcuno.

Consiglierei sicuramente di vedere meno televisione ( sono quasi tre anni che non vedo più nessun canale televisivo) e di leggere più libri.

11) Adesso è arrivato il momento per porti da solo una domanda che nessuno ti ha mai fatto, ma a cui avresti sempre voluto rispondere….

A chi mi chiedesse qual il motivo per cui ho iniziato a scrivere dei libri, rispondo che nella primavera 2016 stavo cercando dei giovani laureati in lettere o dei professori di liceo di lettere in pensione che fossero interessati a scrivere la biografia romanzata sulla vita di mio prozio Ettore con un compenso economico adeguato. Inoltre il libro lo avrei pubblicato a mie spese, con il nome sul libro, naturalmente, dell’autore a cui avrei fornito tutto il materiale in mio possesso per facilitare la stesura.

Pensavo che a un giovane laureato fosse una proposta interessante, anche per farsi conoscere.

Non ho, purtroppo, trovato nessuno.

Rimasi molto amareggiato, però, poiché mi piacciono le sfide, così decisi che lo avrei scritto io…

Quello che è incredibile è che scrivendo la biografia romanzata sulla vita di mio prozio Ettore, ho avuto una serie di intuizioni che si sono rivelate giuste: sicuramente la più eclatante è che avevo intuito che lui avesse avuto una storia d’amore con una ragazza ebrea.

Analizzando un anno e mezzo fa un quadro del ghetto, come è anche riportato nel libro Roma Esoterica, c’è il ritratto di questa ragazza che lui ha amato, come è confermato nei numeri, nelle lettere ebraiche e nei simboli che sono presenti in questo quadro.

Intervista scrittore Francesco Roesler Franz

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06/06/21 Media

Omaggio per il 3236esimo compleanno di Tivoli

Condividiamo con molto piacere questo omaggio per il 3236esimo compleanno di Tivoli, città molto cara ad Ettore.

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02/05/21 Media

Pittori romani tra l’ottocento e il novecento, la Roma sparita e tanto altro

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Pittori romani tra l’ottocento e il novecento. L’Associazione degli acquarellisti romani nacque nel 1875. In Francia ferveva l’impressionismo e in Italia, sin dal 1855, era nato il movimento dei “macchiaioli”. I romani si misero a dipingere en Plein Air come gli impressionisti ma prediligendo le tematiche della vecchia Roma e della campagna romana. Li distingueva dagli impressionisti la tipologia dei colori utilizzati. I loro rivali francesi, grazie all’invenzione dei colori in tubetto, utilizzavano infatti la pittura ad olio. Ciò consentì loro di stendere quelle pennellate sfumate che li rese immortali. I pittori romani invece si specializzarono nella tecnica dell’acquarello. Mantenendo una maggior precisione nei contorni delle figure.

L’Associazione degli acquarellisti romani sorse per iniziativa di Ettore Roesler Franz e Nazzareno Cipriani. Poi si unì Ettore Ferrari, scultore ma anche pittore. Ferrari stava realizzando il monumento a Giordano Bruno da porre in Campo de’ Fiori. Ma era anche il Gran maestro della Massoneria. Infatti i componenti dell’associazione furono per la maggior parte massoni. Tra loro giganteggia il fondatore dell’associazione stessa: Ettore Roesler Franz.

Tra i pittori romani eccelse Ettore Roesler Franz, l’acquarellista di ‘Roma sparita’

Poeta cromatico ed inguaribile romantico, Roesler Franz (1845-1907) lasciò ai romani la storia non scritta della loro città. Non disdegnando l’utilizzo della fotografia, fissò con puntigliosa tempestività quegli aspetti che stavano soccombendo per sempre. La Roma Sparita, quella medioevale, il Ghetto, le sponde del Tevere ancora non trasformate in muraglioni e, soprattutto l’Isola Tiberina. In circa trent’anni, con il suo cavalletto, dipinse oltre un centinaio di tele.  Ancora oggi è possibile ammirarle al Museo di Palazzo Braschi. Oltre che in migliaia di riproduzioni diffuse in ogni dove.

Nazzareno Cipriani (1843-1925), invece, colse nei suoi acquerelli scene di genere, di costumi e di vita popolare. I suoi quadri principali sono: Pastorella in costume laziale, Il pifferaio, Ciociara, Ragazza che tira l’acqua da un pozzo e Frate che estrae un dente. Rappresentazioni di genere, tanto amate dai turisti del Grand Tour, ma realizzate con dovizia di particolari. Non dimentichiamo poi il senese Cesare Maccari (1840 –1919) che illustrò Roma con i suoi affreschi. Decorò il Salone d’Onore di Palazzo Madama, sede del Senato con Cicerone denuncia Catilina e Appio Claudio cieco. Un altro suo affresco al Palazzo di Giustizia: Faustolo che trova i gemelli. Fu anche acquafortista.

Pittori romani tra l’ottocento e il novecento, i ‘XXV della campagna romana’

Filippo Anivitti (1876-1955), proveniva dall’Associazione degli Acquarellisti romani in cui si era iscritto giovanissimo. Si dedicò inizialmente ai ritratti. In seguito i suoi soggetti preferiti divennero gli scorci della vecchia Roma. Poi si unì al gruppo dei ‘XXV della campagna romana’. Dipinse le paludi pontine, i ruderi medioevali, gli acquedotti immersi in panorami vasti e profondi. Narrò la vita minuta che li animava: pastori, pecore, cavalli. Presenze mute di straordinario fascino, come sospese nel tempo e nello spazio. In molte opere ha espresso eccellentemente la solitudine della campagna romana.

Tra i 25 pittori brillò Duilio Cambellotti (1876-1960). Fu uno dei primi designer d’arredamento, poi scenografo teatrale. Passò alla storia come il pittore del mondo contadino. La sua pittura investì temi d’origine rurale. Segno distintivo: una spiga di grano presente già nei suoi mobili, prima che nelle opere.

Giulio Aristide Sartorio (1860-1932) è un altro artista poliedrico che eseguì affreschi, mosaici e quadri. Abbracciò inizialmente il verismo pittorico. Ambientò nella campagna romana il suo Malaria, esposto alla Biennale di Venezia del 1882. Del 1914 è L’aratura di novembre o Buoi all’aratro. Spaziò nel liberty e nelle tematiche mitologiche, sino ad arrivare al simbolismo. Si ricorda, infine Giordano Bruno Ferrari (1887-1944), figlio del Gran Maestro Ettore.

Allegre scampagnate ma anche impegno politico nella Resistenza

Le riunioni dei “25” furono animate dal poeta Cesare Pascarella, che fu anche pittore. Ne riprodusse le atmosfere nel sonetto Er fattaccio: «Erimo venticinque in compagnia/De li soni. Fu un pranzo prelibato./Dopo pranzo fu fatta un’allegria/Tutti a panza per aria immezzo ar prato/A l’aria aperta, e dopo avè ballato,/Ritornassimo in giù all’avemaria».

I ‘XXV della campagna romana’ furono sciolti dal fascismo il 12 novembre 1930. Troppo forte era ancora la matrice massonica derivante dall’Associazione degli acquarellisti, di cui erano una filiazione. Durante la guerra, Giordano Bruno Ferrari organizzò nel proprio studio in via Margutta un centro antifascista. Raccoglieva informazioni riservate, per passarle clandestinamente agli Alleati. Il 13 marzo 1944 fu arrestato dai Tedeschi e torturato. Poiché non rivelò nulla, fu condannato a morte e fucilato il 24 maggio a Forte Bravetta.

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