L’opera che più ha dato notorietà in tutto il mondo ad Ettore Roesler Franz è indubbiamente la “Roma Sparita”, o meglio, per dirla con le sue stesse parole, “Roma pittoresca/Memorie di un’era che passa”. Si tratta di 120 acquerelli (ognuno di dimensione di circa 53×75 cm., orizzontali o verticali), tutti realizzati tra il 1878 e il 1896, suddivisi in tre Serie da 40 l’una. Grazie a questa sua felice intuizione è stato possibile avere una documentazione storica senza precedenti di scorci urbani ed extraurbani che stavano scomparendo, da tramandare ai posteri.
Una parte molto interessante di questi acquerelli ritrae il Ghetto di Roma.
Nel 1883 il Sindaco di Roma Leopoldo Torlonia acquistò dall’artista i 40 acquerelli che componevano la prima serie di “Roma Sparita” e che furono inizialmente conservati nel Palazzo Senatorio in Campidoglio. Il 4 maggio 1908, un anno dopo la morte del Pittore, il Comune di Roma, attraverso il Sindaco di quel tempo Ernesto Nathan, comprò i rimanenti 80 acquerelli che componevano la seconda e terza serie di “Roma Sparita” da suo fratello ed erede universale Adolfo.
La prima proposta del Comune per acquistare gli acquerelli della seconda e terza serie risale al 1902 (proposta n. 133 approvata dal Consiglio Comunale di Roma nelle sedute del 2 e 23 maggio). In cambio Ettore avrebbe ricevuto 10 mila lire in contanti da pagarsi in 3 anni in 3 rate uguali senza interessi e un’area di circa 1.500 mq di proprietà del Comune di Roma del valore di 40 mila lire, designata su Viale Castro Pretorio presso l’apertura delle Mura della città, per un totale di 50mila lire.
Successivamente, al posto di questa, venne presentata nel marzo 1903 la proposta n.33 che fu poi anch’essa approvata dal Consiglio Comunale di Roma. Era prevista la sostituzione dell’area di viale Castro Pretorio, che il Comune riteneva, invece, opportuno conservare per riservarla ad usi e servizi municipali, con un’area fabbricabile prevista dal Nuovo Piano Regolatore di 1.200 mq. sul Lungotevere de’ Cenci nei pressi della Sinagoga e con un frontale di 68 mq. lineari sul Lungotevere. Poiché tale area fu valutata di più, cioè 48 mila lire, Ettore avrebbe così avuto a conguaglio in contanti solo 2 mila lire all’atto della stipula. In totale sempre 50 mila lire.
Successivamente, però, l’Organismo di controllo comunale bocciò questa delibera e l’accordo saltò anche per la morte di Ettore, avvenuta il 26 marzo 1907. Solo un anno dopo, nel 1908, suo fratello ed erede universale Adolfo riuscì a vendere gli 80 quadri per 35 mila lire in contanti in 3 annualità a partire dal 1909 al Comune di Roma.
Qui l’originale delle proposte n.133/1902 e n.33/1903.
Attualmente il Comune di Roma ne possiede 119, perché un acquerello (quello raffigurante “Palazzo Mattei alla Lungaretta”, n.24 della seconda serie) è andato smarrito a Colonia (Germania) nel 1966 durante una mostra itinerante e da allora non è stato più ritrovato. Qui un articolo che racconta la vicenda.
Le opere sono custodite al Museo di Roma in Trastevere (già “Museo del Folklore”) in piazza Sant’Egidio e parte della collezione è esposta permanentemente.
I titoli originali sono quelli dati da Ettore Roesler Franz in questo documento (sono relativi solo alla Prima e Seconda Serie). La collezione è stata anche oggetto di alcune tesi di laurea, tra cui quella di Eleonora Drikes, menzionata nella sezione Bibliografia del sito.