“Roma Sparita”

L’opera che più ha dato notorietà in tutto il mondo ad Ettore Roesler Franz è indubbiamente la “Roma Sparita“, o meglio, per dirla con le sue stesse parole, “Roma pittoresca/Memorie di un’era che passa”. Si tratta di 120 acquerelli (ognuno di dimensione di circa 53×75 cm., orizzontali o verticali), tutti realizzati tra il 1878 e il 1896, suddivisi in tre Serie da 40 l’una. Grazie a questa sua felice intuizione è stato possibile avere una documentazione storica senza precedenti di scorci urbani ed extraurbani che stavano scomparendo, da tramandare ai posteri.

Nel 1883 il Sindaco di Roma Leopoldo Torlonia acquistò dall’artista i 40 acquerelli che componevano la prima serie di “Roma Sparita” e che furono inizialmente conservati nel Palazzo Senatorio in Campidoglio. Il 4 maggio 1908, un anno dopo la morte del Pittore, il Comune di Roma, attraverso il Sindaco di quel tempo Ernesto Nathan, comprò i rimanenti 80 acquerelli che componevano la seconda e terza serie di “Roma Sparita” da suo fratello ed erede universale Adolfo.

Attualmente il Comune di Roma ne possiede 119, perché un acquerello (quello raffigurante “Palazzo Mattei alla Lungaretta”, n.24 della seconda serie) è andato smarrito a Colonia (Germania) nel 1966 durante una mostra itinerante e da allora non è stato più ritrovato. Qui un articolo che racconta la vicenda.

Le opere sono custodite al Museo di Roma in Trastevere (già “Museo del Folklore”) in piazza Sant’Egidio e vengono periodicamente esposte.

I titoli originali sono quelli dati da Ettore Roesler Franz in questo documento (sono relativi solo alla Prima e Seconda Serie). La collezione è stata anche oggetto di alcune tesi di laurea, tra cui quella di Eleonora Drikes, menzionata nella sezione Bibliografia del sito.

In un suo scritto in inglese (una sorta di “testamento spirituale”) del 29 marzo 1894 Ettore Roesler Franz auspicava che “la collezione dovrebbe essere posta in una sala speciale con una grande carta topografica della vecchia Roma in cui io darei indicazioni dei luoghi dove sono stati ripresi i quadri e questo faciliterebbe gli studiosi delle future generazioni nel capire quale era l’aspetto di Roma prima dei presenti mutamenti”. Cliccando qui si può leggere l’originale in inglese.

Di seguito le tre serie che compongono la collezione: